Confronti internazionali

Nuova Zelanda

 

Al fine di  garantire il rispetto del principio di parità di trattamento tra tutti gli Operatori nell’accesso alla rete fissa, l’Operatore storico neozelandese Telecom New Zealand (TNZ) presentò nel 2008 degli Impegni, ispirati agli Undertakings di British Telecom, che introducevano significativi cambiamenti nella organizzazione della società. Tali impegni, accettati e ratificati dal governo, stabilivano la separazione di TNZ in tre divisioni: Rete, Retail e Wholesale, e prevedevano l’insediamento di un organo di vigilanza, l’Independent Oversight Group (IOG), con compiti simili a quelli dell’Equality of Access Board britannico e dell’Organo di vigilanza italiano.
Nel 2010 partì il progetto per la nuova rete in fibra ottica nazionale (progetto Ultra Fast Broadband, UFB), da realizzarsi attraverso forme di co-investimento pubblico-privato tra l’ente pubblico Crown Fibre Holdings, che gestisce i fondi per la NGAN,  ed Operatori da individuare tramite apposite aste.
TNZ fu posta dal governo di fronte a due alternative:

  • partecipare alla gara, procedendo però preliminarmente ad una separazione societaria della rete d’accesso, misura che sarebbe andata oltre la separazione funzionale già adottata; oppure
  • non partecipare alla gara, diventando così un competitor del governo.

TNZ decise di partecipare al progetto, creando due nuove società, ciascuna quotata in borsa e dotata di un proprio Consiglio di Amministrazione, di un proprio Amministratore Delegato, nonché di management e risorse umane indipendenti:

Chorus, proprietaria della rete in rame, che è incaricata di fornire il servizio di accesso al network agli Operatori, ed a cui è stato vietato di operare nel mercato retail; Chorus sta costruendo la NGAN attraverso la aggiudicazione, insieme ad altri Operatori degli appalti governativi della Crown Fibre Holdings;
Telecom New Zealand, compagnia retail, che acquisirebbe da Chorus i servizi alle stesse condizioni degli altri Operatori.
Nel 2011 il piano presentato da TNZ per la separazione strutturale è stato approvato dal governo e successivamente dagli azionisti della società; da novembre dello stesso anno, le azioni di Chorus hanno cominciato ad essere quotate e scambiate sul mercato borsistico, rappresentando così il primo caso al mondo di separazione societaria volontariamente assunta da parte di un Operatore incumbent.
Nel 2013, tuttavia, sono emersi sempre più chiaramente problemi per TNZ: i costi di ristrutturazione conseguenti all’operazione sopra descritta si sono rivelati più alti del previsto, i profitti si sono decisamente ridotti, e la società sta valutando l’opportunità di procedere a tagli del personale.